Oggi proviamo a classificare i film che parlano della corsa, dai 100 metri alla maratona. La più classica delle attività sportive sotto la lente di ingrandimento del cinema.
1 - Momenti di gloria (Chariots of Fire), Regno Unito, 1981, di Hugh Hudson.
La vera storia di due atleti provenienti dall'università di Cambridge che partecipano alle Olimpiadi di Parigi del 1924. Bellissima fotografia ed indimenticabile colonna sonora firmata Vangelis. Vincitore del premio Oscar come miglior film dell'anno. La gara che vediamo ad inizio film nel campus si volge davvero ogni anno e fino ad ora solo in due sono riusciti a battere la campana, il protagonista del film e Sebastian Coe.
2 - Gioventù amore e rabbia (The loneliness of the long distance runner), UK, 1962, di Tony Richardson.
Tratto dallo stupendo racconto di Allan Sillitoe "La solitudine del maratoneta", uno dei film simblo del Free Cinema britannico anni '60. Un esordiente Tom Courtenay interpreta un giovane carcerato che allenandosi per una sfida fra istituti di pena trova la libertà correndo nei campi.
3 - Un ragazzo di Calabria, Italia, 1987, di Luigi Comencini.
Siamo nel 1960, un giovane ragazzino calabrese sogna di emulare le imprese di Abebe Bikila alle olimpiadi di Roma. Aiutato da un autista d'autobus improvvisatasi coach e avendo il padre padrone contro, si allena per i Giochi della Gioventù di Roma. Curiosità: lo stesso anno dell'uscita del film Francesco Panetta, calabrese, vincerà l'oro nei 3000 siepi ai mondiali di Roma.
4 - Il corridore (Davandeh), Iran, 1985, di Amir Naderi.
Sconosciuto ai più, un intenso dramma giovanile, con protagonista un ragazzino con trova come suo unico sfogo e piacere il correre sugli altopiani persiani. Struggente, e ci apre gli occhi su una realtà sconosciuta in Osccidente.
5 - Without Limits, USA, 1998, di Robert Towne.
Biopic sul mezzofondista americano degli anni '70 Steve Prefontaine, interpretato da Billy Crudup, incentrato sul rapporto fra questi ed il suo allenatore Bill Bowerman (Donald Sutherland). Lo stesso anno uscì anche un altro film che racconta la stessa storia, dal titolo "Prefontaine". Dal punto di vista dell'appassionato sportivo è una pellicola credibile ed interessante.
5 - La corsa di Jericho (The Jericho Mile), USA, 1979, di Michael Mann.
Il primo lungometraggio di Michael Mann racconta la passione per la corsa dell'ergastolan Ryan Murphy, interpretato da Peter Strauss, che nonostante le limitazione del carcere riesce a raggiungere un alto livello agonistico.
6 - Running - Il vincitore (Running), USA, 1979, di Steven Hilliard Stern.
Michael Douglas interpreta in questa pellicola un giovane atleta americano impegnato nalla maratona olimpica di Montreal 1976.
7 - Il maratoneta (Marathon Man), USA, 1976, di John Schlesinger.
Premetto subito che in questo elenco dal punto di vista cinematografico questo è il migliore di tutti, finisce così in basso solo perché le aspirazioni di correre la maratona del protagonista intepretato da Dustin Hoffman finiscono in secondo piano in questo che è un bellissimo thriller e non un film sportivo. Detto questo il film inizia proprio con una bellissima sequenza in cui "Babe" si allena a Central Park (vedi foto).
8 - Running Brave, USA, 1983, di D.S.Everett e Donald Shebib.
La vera storia di Billy Mills, nativo americano cresciuto in una riserva, che riesce a vincere fra la sorpresa generale i 10.000 metri alle olimpiadi di Tokyo 1964. Film interessante praticamente sconosciuto in Italia.
9 - Cammina, non correre (Walk Don't Run), USA, 1966, di Charles Walters.
Olimpiadi di Tokyo 1964, schermaglie amorose fra i componenti dello stesso appartamento subaffittato, fra i quali c'è anche un atleta olimpico americano impegnato nella marcia (da qui il titolo). Ultima apparizione sul grande schermo, per Cary Grant.
10 - Pelle di rame (Jim Thorpe - All-American), USA, 1951, di Michael Curtiz.
Burt Lancaster interpreta il leggendario atleta nativo americano Jim Thorpe pluricampione olimpico in varie specialità, che poi per motivi economici si diede al football americano professionistico con la (ridicola) conseguenza di vedersi ritirate tutte le medaglie olimpiche.
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