sabato 27 luglio 2013

Roman Polanski

Roman Polanski nasce a Parigi nel 1933, il padre era un artista polacco e la madre una casalinga russa, entrambi di origini ebraiche. Ben presto i genitori si traferiscono in Polonia e cadono vittima dei nazisti tanto che la madre perde la vita ad Auchwitz. La biografia del regista è piena di episodi drammatici anche in seguito, come quando la moglie Sharon Tate cadrà vittima di una sette satanica, e lo stesso Polanski verrà accusato di violenza sessuale e dovrà fuggire dagli Stati Uniti. Passando ad un punto di vista strettamente cinematografico, ci troviamo di fronte ad un grande regista che ha regalato capolavori indimenticabili, sia ai suoi esordi in Polonia che po in America dove ha avuto la sua difintiva consacrazione vincendo l'Oscar come miglior regista nel 2003 per "Il pianista". La filmografia di Polanski conta 21 lungometraggi fra cui scegliere la mia Top Ten. Chiudo con una battuta di Polanski: "Ci sono due cose al mondo che mi piacciono veramente. La seconda è girare un film..."

1 - Rosemary's Baby, USA, 1968.
Mefistofelico thriller metropolitano. La Rosemary del titolo trova con il suo compagno Guy, attore ad inizio carriera, casa a New York, ma non sa di essere incinta del figlio del demonio. La tensione si taglia con il coltello in questo bellissimo e claustrofobico film.



2 - Repulsion, Regno Unito,1965.
Il vortice di follia che turba la mente della giovane Carol, manicure belga che vive con la sorella a Londra, è il protagonista di un thriller allucinato e perverso, con al centro una Catherine Deneuve probabilmente nel miglior ruolo della carriera. Forse il più sottovalutato film di Polanski.






3 - Il coltello nell'acqua (Nóż w wodzie), Polonia, 1962.

Fulminante debutto cinematografico di Polanski, con un piccolo grande gioco al massacro fra tre personaggi. Una coppia raccoglie uno sfrontato autostoppista sulla strada per un weekend in barca a vela sul lago, invitato ad unirsi per la gita, il terzo incomodo finirà per creare una violenta tensione psicologica all'interno del natante. Thriller non thriller, un dramma che mette in luce tutte le capacità del cineasta polacco.




4 - Il pianista (The Pianist), Regno Unito/Francia/Polonia/Germania, 2002.
Tratto dal romanzo autobiografico omonimo di Wladyslaw Szpilman, la storia di come un ebreo polacco è sopravissuto in patria agli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Nessuno meglio di Polanski poteva mettere in immagini questa storia, essendoci passato in prima persona, ed infatti il risultato è stupefacente. Impossibile non commuoversi davanti ad un'opera così sentita e profonda. Pluripremiato, 3 Oscar e Palm d'oro a Cannes.







5 - Chinatown, USA, 1974.
Polanski resuscita un genere, il noir, che pareva morto e sepolto e lo fa ambientando la sua storia nella San Francisco degli anni Trenta, proprio l'epoca d'oro del genere. Il risultato è un "neonoir" affascinante e spigoloso, con un grandissimo Jack Nicholson nel ruolo di Jake "JJ" Gittes."Lascia stare Jake, è Chinatown..."


6 - Cul-de-sac, Regno Unito, 1966.
Sulla scia de "Il coltello nell'acqua" un altro gioco al massacro, specchio della decadenza morale della società occidentale. I personaggi sono quattro, tre uomini ed una donna, che si incontrano in un castello periodicamente isolato dall'alta marea. Un altro piccolo thriller pcisologico un po' troppo in fretta dimenticato, vincitore dell'Orso d'oro a Berlino.






7 - Frantic, USA, 1988.
Emmanuelle Seigner e Harrison Ford sono i protagonisti di un thriller di stampo hitchockiano ambientato in una Parigi moderna e cosmopolita. Polanski strizza l'occhio a capolavori come "La donna che visse due volte", "L'uomo che sapeva troppo" ed "Intrigo internazionale", riuscendo nel compito di avvincere lo spettatore fino all'ultimo secondo.






8 - Tess, Regno Unito/Francia, 1979.
Trasposizione cinematografica del romanzo "Tess dei d'Uberville" di Thomas Hardy. La magnifica presenza di Nastassja Kinski illumina questa pellicola in costume, premiata con 3 (meritati) Oscar: scenografia, fotografia e costumi.





9 - Luna di fiele (Bitter Moon), USA, 1992.
Thriller claustrofobico e perverso ingiustamente stroncato dalla critica e snobbato dal pubblico. Emmanuelle Seigner è diabolica ed anche molto sensuale. Il gioco psicologico al massacro, perfettamente nelle corde di Polanski, si svolge questa volta su di una nave.






10 - Carnage, Francia/Germania/Polonia/Spagna, 2011.
Finiamo con l'ennesimo gioco al massacro, un esercizio di stile claustrofobico, che si avvale di uno straordinario quartetto di interpreti: Christoph Waltz, Jodie Foster, Kate Winslet e John C. Reilly. Evidente ma non penalizzante l'origine teatrale.










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