domenica 22 aprile 2012

Alfred Hitchcock

Dal cinema muto agli anni '70, dall'Inghilterra agli Stati Uniti, la filmografia di Hitchcock percorre mezzo secolo di cinema, due continenti ed oltre cinquanta film diretti. Il genere, tranne qualche eccezione, è il thriller, di cui il nostro è stato il maestro indiscusso. Selezionare solo dieci film è stato arduo ed è un peccato aver escluso i film del periodo inglese, chiaramente di un livello inferiore anche se interessanti, specie "Il pensionante" ed "Il club dei 39".


1 -  Psyco (Psycho), USA, 1960. 
HItch sconvolge tutte le regole del genere, dirigendo un film che ha fatto la storia. La protagonista muore inopitamente, nella celeberrima scena della doccia (qui a fianco) a metà film. Anthony Hopkins sarà per sempre Norman Bates. Ecco cosa disse Truffaut a proposito di Psyco: "In Psyco del soggetto mi importa poco, dei personaggi anche: quello che mi importa è che il montaggio dei pezzi del film, la fotografia, la colonna sonora e tutto ciò che è puramente tecnico possano far urlare il pubblico. Credo sia una grande soddisfazione per noi utilizzare l’arte cinematografica per creare una emozione di massa. E con Psyco ci siamo riusciti. Non è un messaggio che ha incuriosito il pubblico. Non è una grande interpretazione che lo ha sconvolto. Non è un romanzo che ha molto apprezzato che l’ha avvinto. Quello che ha commosso il pubblico è stato il film puro".




2 - La donna che visse due volte (Vertigo), USA, 1958. 

Love story e thriller si mescolano in un capolavoro pieno di rimandi ed ossessioni. Il tema del doppio, che da sempre ha affascinato scrittori e cineasti è mirabilmente sviluppato (vedi i numerosi specchi sparsi che appaiono nel film) e tutta la pellicola ha un'aurea misteriosa, HItch come sempre usa la location, in questo caso San Francisco e dintorni, per creare l'atmosfera giusta. Indimenticabile Kim Novak, e magnifico James Stewart che dovrà vedersela con il suo passato e le sue fobie.




3 -  Intrigo internazionale (North by Northwest), USA, 1959. 
Il titolo è un nonsense, e tutta la storia ruota attorno ad un gigantesco McGuffen, come disse Hitch, ovvero un pretesco farlocco che spieghi il comportamento dei protagonisti. Nonostante ciò questo film è di diritto entrato nella storia del cinema per le numerose sequenze da antologia, una per tutte la scena di Cary Grant inseguito da un aereo in uno spazio aperto,    che ribalta tutti gli assunti della paura, buio e claustrofobia. Le scene finali sul monte Rushmore sono un capolavoro e il finale ammiccante con il treno che entra in "galleria" ironico e metaforico.


4 - La finestra sul cortile (Rear Window), USA, 1954. 
Il cinema è, in un certo modo una forma di voyerismo, la finestra sul cortile ne è la sublimazione totale. Girato in maniera mirabile su un set ricostruito tutto in studio, un thriller claustrofobico ed originalissimo. Centrate su questo film le osservazioni di Giorgio Simonelli: "Non tanto il voyeurismo, né come patologia, né come sostituzione metaforica presente nella condizione esistenziale umana, è ciò di cui tratta il film, come sostiene certa critica, ma la visione, in tutta l'ampiezza e la complessità dei sensi del termine." La vita e il teatro, la fotografia e il cinema, gli occhi e il cannocchiale, la macchina fotografica e la cinepresa ma anche la negazione del vedere: l'accecamento dell'omicida con i flash, il sonno che ogni tanto chiude gli occhi a Jeff".


5 - Notorious, l'amante perduta (Notorious), USA,  1946. 
Una delle più belle love story della storia del cinema ed insieme un thriller spionistico di primissimo livello. Il lunghissimo bacio fra Cary Grant e Ingrid Bergman è considerato il più lungo della storia del cinema. Da antologia il lungo piano sequenza della chiave durante la festa. Ancora Truffaut trova le parole giuste per quest'opera:"Contiene poche scene ed è di una purezza magnifica; è un modello di come dovrebbe essere costruita una sceneggiatura. In questo film Hitchcock è riuscito ad ottenere il massimo degli effetti col minimo di elementi".




6 -  Gli uccelli (The Birds), USA, 1963. 
Dal punto di vista visivo  sicuramente il più spettacolare fra tutti i film del grande regista britannico. Un thriller angosciante dove la natura si ribella inspiegabilmente all'uomo. Mirabile la realizzazione, non priva di incidenti, specie considerando che all'epoca gli effetti speciali erano solo di tipo artigianale. Il film è una parziale riproposizione di un racconto di Daphne du Maurier. In una cittadina del Nord della California gli uccelli impazziscono ed attaccano gli uomini. " Ma signora, assalire è una parola un po' grossa: gli uccelli non hanno mica l'abitudine di assalire la gente senza motivo" dice lo sceriffo locale. Si sbagliava di grosso.


7 - L'altro uomo, riedito come Delitto per delitto (Strangers on a Train), USA, 1951. 
Altro gioiello firmato Hitch. Uno sconosciuto si propone di uccidere la moglie di un noto tennista che vorrebbe il divorzio dalla moglie fedifraga, ma lui poi in cambio dovrà uccidere il padre despota. Il tennista non accetta la proposta ma sarà coinvolto suo malgrado nell'assurda idea. Indimenticabili le sequenze finali al luna park, girate senza effetti speciali, ed infatti Hitch dichiarò: "La sequenza della giostra mi fa sudare ancora oggi. L'uomo del luna park, l'omino che striscia sotto la piattaforma, ha veramente rischiato la vita. Se avesse alzato la testa di cinque millimetri sarebbe rimasto ucciso e non me lo sarei mai perdonato. Non rifarò mai più una scena di questo tipo.".






8 -  L'uomo che sapeva troppo (The Man Who Knew Too Much), USA, 1956.
Remake del film omonimo che lo stesso Hitchcock girò in Inghilterra nel 1934. Il regista questa volta dispone dei mezzi giusti per girare un bel dramma spionistico, pieno di sequenze spettacolari e tensione. Almeno due le sequenze passate alla storia: quella del concerto in cui avverrà l'omicidio nell'unico momento in cui suonano i piatti e quella finale sulle note di "Whatever Will Be Will Be" cantata da una bravissima Doris Day.




9 - Rebecca, la prima moglie (Rebecca), USA, 1940. 
Tratto dall'omonimo romanzo di Daphen Du Maurier è il primo film americano di Hitchcock, che dovette scendere a compromessi con il potentissimo produttore David O.Selznick, quello di "Via col vento". Nonostante i dissidi fra i due il film è un thriller angosciante e visionario che si ricorda soprattutto per l'alone cupo e misterioso che aleggia spettrale sulla casa della povera protagonista. Straordinaria la prova della "cattiva" governante interpretata da Judith Anderson. Vinse due Oscar: miglior film e fotografia.






10 - La congiura degli innocenti (The Trouble with Harry), USA, 1955. 
Per finire un giallo che in realta è una black comedy divertentissima e surreale interpretata da uno stuolo di caratteristi in stato di grazie e da una giovane e bravissima Shirley MacLaine, ventunenne esordiente. Nella sonnolenta campagna del Vermont viene trovato un cadavere, ma nessuno sembra dargli molto peso. Forse uno dei film meno conosciuti del regista inglese, sicuramente il più brillante e spensierato.

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