mercoledì 31 luglio 2013

John Ford

John Martin "Jack" Feeney (1894-1973), in arte John Ford è stato uno dei simboli del cinema americano classico e del genere western in particolare. Vincitore di ben 6 premi Oscar di cui il record di 4 come miglior regista, Ford è stato cineasta prolifico, che inizio a girare all'epoca del muto, una filmografia sterminata dalla quale cercherò di prelevare i 10 film più belli e siginificativi. Qui sotto un piccolo documentario con la partecipazione dell'attore icona del suo cinema John Wayne.









1 - Ombre rosse (Stagecoach), USA, 1939.
Film mitico in cui nella piccola diligenza assalita dagli indiani, Ford inserisce un microcosmo che rappresenta tutta la società civile americana, ed alla fine, proprio coloro che da tale società sono considerati non rispettabili (il bandito e la prostituta) saranno quelli che dimostreranno una più spiccata moralità e senso dell'onore. John Wayne divenne un divo grazie alla parte di Ringo Kid. Girato nella ormai leggendaria Monument Valley, dove esiste un punto chiamato proprio Ford's Point.


2 - Furore (The Grapes of Wrath), USA, 1940.
Nell'Oklahoma degli anni '30, la famiglia Joad ha perso tutto e si inbarca in un difficile viaggio on the road verso la California sperando di trovarvi un futuro. Il miglior film mai girato sull'America della "Grande depressione", tratto dall'omonimo romanzo capolavoro di John Steinbeck che lo adatto in prima persona per il cinema insieme a Nunnally Johnson. Avvincente e commovente. Ford ricevette per questa regia una delle sue 4 statuette.



3 - L'uomo che uccise Liberty Valance (The Man Who Shot Liberty Valance), USA, 1962.
Chi uccise realmente il temibile bandito Liberty Valance? Il senatore Ransom Stoddard tornato nelpaese del West dove iniziò la sua carriera prova a raccontare la storia, ma come gli fanno notare:"No Senatore, qui siamo nel West, dove se la leggenda diventa realtà, vince la leggenda". Uno degli ultimi crepuscolari western di ford è anche uno dei più geniali ed illuminati, che riflette sulla mitologia stessa del genere. Grandi come sempre John Wayne e James Stewart.


4 - Sentieri selvaggi (The Searchers), USA, 1956.
Western epocale, sia dal punto di vista della regia, sublime l'apertura dal buio della casa al sole (vedi clip) della Monument Valley, che da quello narrativo con un personaggio principale, Ethan Edwards (John Wayne), dalla morale molto ambigua, l'opposto dell'eroe paladino della giustizia del western classico. Cult movie a tutti gli effetti.




5 - Com'era verde la mia valle (How Green Was My Valley), USA, 1941.
Ispirato all'omonimo romanzo del 1939 di Richard Llewellyn sceneggiato da philip Dunne, un bellissimo dramma familiare, che racconta come i mutamenti della società in un paesino del Galles abbiano mutato non solo l'economia ma anche le persone. Prremiato con 5 Oscar tra cui miglior film e regia.





6 - La più grande avventura (Drums Along the Mohawk), USA, 1939.
Amori, lotte e disavventure di due coloni nell'America di fine Settecento, fra guerra d'indipendenza ed attacchi indiani. Epico e curatissimo affresco della famiglia come metafora della nascente nazione americana, protagonisti Claudette Colbert ed Henry Fonda. Bello, forse il meno conosciuto, immeritatamente, della lista di oggi.






7 - Sfida infernale (My Darling Clementine), USA, 1946.
Versione fordiana della mitica sparatoria all'Ok Corral. Grande cast con Henry Fonda e Victor Mature nei panni di Wyatt Earp e Doc Holliday, più uno stuolo di grandi caratteristi come Walter Brennan e Ward Bond. Un altro classico insuperato del genere western.





8 - Un uomo tranquillo (The Quiet Man), USA, 1952.
Ford torna nella "sua" Irlanda per una divertente commedia drammatico sentimentale con un insolito John Wayne. Il film premiato sia con l'Oscar per la miglior regia sia per quello per la miglior fotografia a colori, è famoso soprattutto per l'infinita scazzottata fra John Wayne e Victor MacLaglen da cui è preso il fotogramma a sinistra.





9 - I cavalieri del Nord Ovest (She Wore a Yellow Ribbon), USA, 1949.
West 1876: dopo la sconfitta di little big Horn da parte del generale Custer, gli indiani preparano una grande offensiva, a Fort Starke, il capitano Nathan Brittles è chiamato a condurre una missione molto pericolosa dal suo superiore. Con la sempre suggestiva Monument Valley sullo sfondo ed un'altra canzone popolare come titolo e filo conduttore, Ford crea un altro bel capitolo dei suoi racconti sulla frontiera americana.



martedì 30 luglio 2013

Oltre la morte

Ovvero una lista dei film che parlano di che cosa c'è dopo la morte. Argomento affascinante che ha scatenato la fantasia degli sceneggiatori. Ecco un bell'elenco dei film che hanno trattato con più efficacia ed originalità l'argomento.

lunedì 29 luglio 2013

Gary Cooper

Frank James Cooper (1901-1961) è stata una delle icone classiche del cinema americano degli anni d'oro. Vincitore di 3 Oscar di cui uno alla carriera, ha quasi sempre interpretato il ruolo dell'eroe e del buono, specie nei Western che sono stati il suo cavallo di battaglia, non disdegnando però incursioni in altri generi come il bellico, il dramma e la commedia. Da una filmografia sterminata vado a segnalare i 10 film dove più si è messo in luce.











1 - Mezzogiorno di fuoco (High Noon), USA, 1952, di Fred Zinnemann.
Lo sceriffo Willie Kane che nel deserto della paura sfida i criminali in arrivo nella sua piccola cittadina è diventato un simbolo del cinema e del mito del western. Questo è il primo film ed il primo ruolo che mi viene in mente quando penso a Gary Cooper. Grande tensione narrativa e bellissima colonna sonora di Dimitri Tiomkin. Semplicemente mitico. Cooper vinse uno scontato e meritato premio Oscar.







domenica 28 luglio 2013

Amnesie

Oggi proverò ad elencare i film che hanno al centro della trama la perdita di memoria.



1 - Memento, USA, 2000, di Christopher Nolan.
Nel geniale thriller di Nolan, il protagonista Leonard Shelby soffre di un disturbo della memoria a breve termine che ad intervalli di tempo molto piccoli gli fa perdere completamente ogni ricordo e così inizia ad appuntarsi e scriversi addosso tutto quello che gli è capitato fino a quel momento. Film unico anche per la sua struttura a ritroso. La tagline del film è "Ricordati di non dimenticare".




2 - Se mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine of the Spotless Mind), USA, 2004, di Michel Gondry.
Qui la perdita di memoria è indotta su volere della diretta interessata Clementine (Kate Winslow) dalla società "Lacuna inc.", che cancella le ferite della relazione turbolenta che leui ha con Joel (Jim Carrey). Ma le cose non filano lisce. Sceneggiato da Charlie Kaufman un dramma dei sentimenti assolutamente geniale ed originale, peccato per il solito insulso titolo italiano.




3 - Mulholland Drive (Mulholland Dr.), USA/Francia, 2001, di David Lynch.
Vittima di un incidente stradale sulla strada che da il nome al film, Camilla, perde la memoria e si intrufola nella casa di un'anziana sconosciuta in partenza per un viaggio. Quando la nipote, aspirante attrice canadese, arriva a casa della vecchia zia vi trova Camilla, che dice di chiamarsi Rita. Il cinema di Lynch è complicato e contorto ed allo stesso tempo affascinante.




4 - 50 volte il primo bacio (50 First Dates), USA, 2004, di Peter Segal.
Cambiamo completamente genere, e passiamo all'unica commedia che è riuscita ad usare lo stratagemma dell'amnesia in modo convincente. Adam Sandler interpreta un veterinario sciupafemmine che si innamor al primo incontro di Lucy. Lei però a causa di un incidente avuto poco tempo prima, durante la notte dimentica tutto quello avvenuto il giorno prima, e così Sandler dovrà riconquistarla ogni giorno. Divertente commedia sentimentale.



5 - Dark City, USA, 1998, di Alex Proyas.
In questo bel film fantascientifico, il protagonista John Murdoch si risveglia sulla scena di un delitto privo di memoria. Flashback e confusi indizi l'aiuteranno a capire dove si trova e perché. Notturno e buio, come si deduce dal titolo, un film non privo di fascino.


6 - Anastasia, USA, 1956, di Anatole Litvak.
Nel film di Litvak, ambietato a Parigi nel 1928, Anna Korev una giovane colpita da amnesia ed appena fuggita da un istituto psichiatrico, viene fatta passare da un generale zarista per Anastasia la scomparsa figlia dell'ultimo zar di Russia Nicola II. Discreto film che manca però di originalità sia nella sceneggiatura che nella messa in scena. Per questo ruolo Ingrid Bergman si aggiudicò il premio Oscar.



7 - Una donna senza volto (Mister Buddwing), USA, 1966, di Delbert Mann.
Risvegliatosi privo di memoria su una panchina del Central Park di New York, Mister Buddwing si affida ad un numero di telefono trovato in una tasca. Tutti gli indizi portano ad una misteriosa donna di nome Grace, da cui il solito distorto titolo della versione italiana. James Garner è il protagonista di un dramma abbastanza convezionale, confezionato con professionalità.






8 - L'altro delitto (Dead Again), Regno Unito/USA, 1991, di Kenneth Branagh.
Il detective privato Mike Church cerca di scoprire l'identità di una donna che soffre di amnesia e che è colpita da continui incuibi in cui appaiono il compositore Roman Strauss e la moglie deceduti 40 anni prima. Non il miglior film di Branagh, ma comunque interessante.



9 - Da un momento all'altro (Moment to Moment), USA, 1966, di Mervyl LeRoy.
Kay, sposata con lo psichiatra Neil, ha una relazione extraconiugale con Mark. Accortasi dell'errore, lei in realtà ama il marito, cerca di rompere con l'amante, i due litigano ed accidentalmente lei spara a Mark. Più tardi la polizia chiede a Neil di aiutare un uomo colpito da amnesia, è proprio Mark. Misconosciuto da noi, ma da vedere se non altro per la carismatica presenza di Jean Seberg.






sabato 27 luglio 2013

Roman Polanski

Roman Polanski nasce a Parigi nel 1933, il padre era un artista polacco e la madre una casalinga russa, entrambi di origini ebraiche. Ben presto i genitori si traferiscono in Polonia e cadono vittima dei nazisti tanto che la madre perde la vita ad Auchwitz. La biografia del regista è piena di episodi drammatici anche in seguito, come quando la moglie Sharon Tate cadrà vittima di una sette satanica, e lo stesso Polanski verrà accusato di violenza sessuale e dovrà fuggire dagli Stati Uniti. Passando ad un punto di vista strettamente cinematografico, ci troviamo di fronte ad un grande regista che ha regalato capolavori indimenticabili, sia ai suoi esordi in Polonia che po in America dove ha avuto la sua difintiva consacrazione vincendo l'Oscar come miglior regista nel 2003 per "Il pianista". La filmografia di Polanski conta 21 lungometraggi fra cui scegliere la mia Top Ten. Chiudo con una battuta di Polanski: "Ci sono due cose al mondo che mi piacciono veramente. La seconda è girare un film..."

1 - Rosemary's Baby, USA, 1968.
Mefistofelico thriller metropolitano. La Rosemary del titolo trova con il suo compagno Guy, attore ad inizio carriera, casa a New York, ma non sa di essere incinta del figlio del demonio. La tensione si taglia con il coltello in questo bellissimo e claustrofobico film.



2 - Repulsion, Regno Unito,1965.
Il vortice di follia che turba la mente della giovane Carol, manicure belga che vive con la sorella a Londra, è il protagonista di un thriller allucinato e perverso, con al centro una Catherine Deneuve probabilmente nel miglior ruolo della carriera. Forse il più sottovalutato film di Polanski.






3 - Il coltello nell'acqua (Nóż w wodzie), Polonia, 1962.

Fulminante debutto cinematografico di Polanski, con un piccolo grande gioco al massacro fra tre personaggi. Una coppia raccoglie uno sfrontato autostoppista sulla strada per un weekend in barca a vela sul lago, invitato ad unirsi per la gita, il terzo incomodo finirà per creare una violenta tensione psicologica all'interno del natante. Thriller non thriller, un dramma che mette in luce tutte le capacità del cineasta polacco.




4 - Il pianista (The Pianist), Regno Unito/Francia/Polonia/Germania, 2002.
Tratto dal romanzo autobiografico omonimo di Wladyslaw Szpilman, la storia di come un ebreo polacco è sopravissuto in patria agli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Nessuno meglio di Polanski poteva mettere in immagini questa storia, essendoci passato in prima persona, ed infatti il risultato è stupefacente. Impossibile non commuoversi davanti ad un'opera così sentita e profonda. Pluripremiato, 3 Oscar e Palm d'oro a Cannes.







5 - Chinatown, USA, 1974.
Polanski resuscita un genere, il noir, che pareva morto e sepolto e lo fa ambientando la sua storia nella San Francisco degli anni Trenta, proprio l'epoca d'oro del genere. Il risultato è un "neonoir" affascinante e spigoloso, con un grandissimo Jack Nicholson nel ruolo di Jake "JJ" Gittes."Lascia stare Jake, è Chinatown..."


6 - Cul-de-sac, Regno Unito, 1966.
Sulla scia de "Il coltello nell'acqua" un altro gioco al massacro, specchio della decadenza morale della società occidentale. I personaggi sono quattro, tre uomini ed una donna, che si incontrano in un castello periodicamente isolato dall'alta marea. Un altro piccolo thriller pcisologico un po' troppo in fretta dimenticato, vincitore dell'Orso d'oro a Berlino.






7 - Frantic, USA, 1988.
Emmanuelle Seigner e Harrison Ford sono i protagonisti di un thriller di stampo hitchockiano ambientato in una Parigi moderna e cosmopolita. Polanski strizza l'occhio a capolavori come "La donna che visse due volte", "L'uomo che sapeva troppo" ed "Intrigo internazionale", riuscendo nel compito di avvincere lo spettatore fino all'ultimo secondo.






8 - Tess, Regno Unito/Francia, 1979.
Trasposizione cinematografica del romanzo "Tess dei d'Uberville" di Thomas Hardy. La magnifica presenza di Nastassja Kinski illumina questa pellicola in costume, premiata con 3 (meritati) Oscar: scenografia, fotografia e costumi.





9 - Luna di fiele (Bitter Moon), USA, 1992.
Thriller claustrofobico e perverso ingiustamente stroncato dalla critica e snobbato dal pubblico. Emmanuelle Seigner è diabolica ed anche molto sensuale. Il gioco psicologico al massacro, perfettamente nelle corde di Polanski, si svolge questa volta su di una nave.






venerdì 26 luglio 2013

Brasile


Paese emergente, da sempre pieno di contraddizioni, ricchissimo e poverissimo insieme, miscuglio etnico e culturale unico. Oggi alla ribalta internazionale per il suo altissimo tasso di sviluppo economico, perché ospitera a breve mondiali di calcio e olimpiadi, perché è anche terra di contestazione. Cinematograficamente è un paese che tranne qualche perla che vedremo in testa a questa lista, non ha dato moltissimo, tanto che dal punto di vista televisivo è soprattutto famoso per la creazione delle famigerate telenovelas.




1 - Central do Brasil, Brasile, 1997, di Walter Salles.
La storia di Dora e Josue, lei è una cinica e distaccata insegnante in pensione, lui un ragazzino tenace a cui è appena scomparsa la madre, si trovano a dover affrontare insieme un lungo viaggio per le polverose strade del Brasile, in cerca del padre di Josue. Un road movie molto ben girato, che porterà l'attempata protagonista a cambiare idea sul suo compagno di viaggio e sulla vita. Poetico. Vincitore dell'Orso d'oro al festival di Berlino.


2 - City of God (Cidade de Deus), Brasile/Francia/USA, 2002, di Fernando Meirelles.
Il titolo originale è il nome della favela di Rio de Janeiro dove è ambientato il film, che è la trasposizione del libro semiautobiografico dello scrittore Paulo Lins. Violentissimo e sincopato, un bel pugno nello stomaco per lo spettatore occidentale. Il film ricevette ben 4 nomination all'Oscar, risultato notevole per un film straniero, senza però vincerne alcuno. Ne sono seguiti una serie televisiva ed un sequel.



3 - Orfeo negro (Orfeu negro), Brasile, 1959, di Marcel Camus.
Accompagnato dalle bellissime musiche di Vinicius de Moraes, Luis Bonfa e Antonio Carlos Jobim, ed ambientato durante il carnevale di Rio, il film è la trasposizione nelle favelas della metropoli brasiliana del mito di Orfeo ed Euredice. Bizzarro, coloratissimo e molto bello. Vincitiore della palma d'oro a cannes e dell'Oscar come miglior film straniero.







4 - Il bacio della donna ragno (Kiss of the Spider Woman), Brasile/USA, 1985, di Hector Babenco.
Tratto dal'omonimo romanzo di Manuel Puig, un'insolita coproduzione con gli Stati Uniti, per un film che racconta bene un periodo storico del Brasile, quello della dittatura militare degli anni Settanta, attraverso la storia fra due detenuti, l'omossessuale Luis Molina ed il dissidente politico Valentin. Hurt vinse un meritato premio Oscar per questa bella prova di attore.




5 - Antonio das mortes(O Dragão da Maldade contra o Santo Guerreiro),Brasile,1969, di Glauber Rocha.
Film simbolo del cosiddetto "cinema novo" brasiliano che si sviluppo negli anni Sessanta, e di cui Glauber Rocha è stato il maggior esponente. Antonio das mortes è un sicario ingaggiato dai proprietari terrieri per stroncare la ribellione dei contadini, ma presa coscenza della situazione, cambia parte. Rocha riuscì a far ritirare dalla pretura le copie italiane del film, perché, a suo giudizio, il doppiaggio ne minava completamente il significato. Da vedere in lingua originale con i sottotitoli.



6 - Il bandito della luce rossa (O bandido da luz vermelha), Brasile, 1969, di Rogerio Sganzerla.
Il "cinema novo" si caratterizza come l'omologo e coevo "free cinema" britannico da una forte libertà espressiva che cerca di uscire dai canoni del cinema classico. Qui una storia di guardie e ladri è solo il pretesto per raccontare un paese, la sua vena malinconica, la sua povertà. Molto bello e purtroppo sconosciuto ai più.


7 - Il dio nero ed il diavolo biondo (Deus e o Diabo na terra do sol), Brasile, 1964, di Glauber Rocha.
Primo film in cui compare Antonio das mortes, giustiziere di tutti i beati. Altro film liberissimo anzi, forse proprio anarchico, di Glauber Rocha. Il regista destruttura completamente il racconto creando un effetto straniante nello spettatore.






8 - Vidas secas, Brasile, 1963, di Nelson Pereira dos Santos.
Altro capolavoro del "cinema novo", poverta assoluta di mezzi ma grande ricchezza espressiva, per una storia che racconta le tribolazioni di una famiglia che si sposta continuamente a causa della siccità che ha colpito la regione (il Nordest) in cui vivono.





9 - Terra in trance (Terra em transe), Brasile, 1967, di Glauber Rocha.
Paulo Martins, intellettuale di sinistra di un fantomatico paese sudamericano, in punto di morte rievoca il proprio passato. Altro capitolo siginificativo del "cinema novo" e di Glauber Rocha. Identikit di un paese e dei suoi tormenti democratici.





giovedì 25 luglio 2013

Samurai

Definizione da wikipedia: Il samurai (侍) era un militare del Giappone feudale, appartenente ad una delle due caste aristocratiche giapponesi, quella dei guerrieri. Il nome deriva sicuramente da un verbo, saburau, che significa servire o tenersi a lato e letteralmente significa colui che serve.
Quella del samurai è una figura che ha affascinato gli spettatori di tutto il mondo, ed anche se i capolavori di questo speciale sottogenere sono ovviamente tutti film nipponici, ho inserito anche un paio di titoli occidentali che da quella filosofia hanno preso spunto.


1 - I sette samurai (Shichinin no Samurai), Giappone, 1954, di Akira Kurosawa.
Fin troppo facile individuare il primo in classifica, il capolavoro assoluto del grande Akira Kurosawa è stato giustamente inserito nelle liste dei migliori film di tutti i tempi. Avventura e dramma, ricostruzione storica, ironia, grande regia e recitazione. Un film che ha segnato la storia del cinema. Nella clip sotto una scena di combattimento con la katana.



2 - Harakiri (Seppuku), Giappone, 1962, di Masaki Kobayashi.
All'inizio del Seicento lo shogunato porta una pacificazione violenta in Giappone, questo ha procurato la caduta di molti signori della provincia, per cui moltissimi samurai senza padrone, ovvero ronin, vagano per il paese. Hanshiro Tsugumo è uno di questi e presentatosi da una nobile famiglia chiede di fare seppuko. Il padrone di casa cerca di dissuaderlo raccontandogli la storia di un altro samurai. Un film semplicemente splendido, che sa raccontare in maniera unica la mentalità di un epoca e di un paese lontanissimi da noi. Da vedere assolutamente. Nella clip sotto una scena del film.



3 - La sfida del samurai (Yojimbo), Giappone, 1961, di Akira Kurosawa.
Altro super classico del genere, è il film che Sergio Leone ha clonato per creare "Per un pugno di dollari". Un samurai senza nome arriva in una cittadina dove c'è in corso una faida fra due potenti Yakuza, il suo arrivo scombusselerà gli equilibri. Grandissimo, come sempre, Toshiro Mifune.





4 - Ghost Dog - Il codice del samurai(Ghost Dog: The Way of the Samurai),USA,1999, di Jim Jarmusch.
Primo titolo fuori dalla tradizione. Ghost Dog è il nickname di un sicario nero di New York, che segue i precetti del Bushido, il codice di comportamento del samurai, ed è al servizio di un mafioso italo-americano che gli salvò la vita da bambino. Il miglior film di Jarmusch, vera poesia metropolitana. Sotto la scena iniziale in cui il protagonista legge l'hagakure.





5 - Il trono di sangue (Kumonosu-jō), Giappone, 1957, di Akira Kurosawa.
Torniamo ai super classici, Kurosawa ambienta nel medioevo giapponese una storia chiaramente ispirata al Macbeth di Shakespeare, dove i samurai sono al centro dell'azione. Molto bello anche questo.








6 - L'ultimo samurai (Samurai Rebellion), Giappone, 1967, di Masaki Kobayashi.
Assolutamente da non confondere con l'omonimo film con Tom Cruise, il film di Kobayashi ha come protagonista lo straordinario Toshiro Mifune nei panni di Isaburo a cui lo shogun fa un enorme torto, ma che dovrà fare i conti con il codice d'onore dei samurai. Altro film molto interessante per capire il Giappone.




7 -  Là dove volano i corvi (Goyôkin), Giappone, 1969, di Hideo Gosha.
Cappa e spada giapponese (chambara) ambientato fra XVII e XIII secolo, vanta una bella ricostruzione storica, ed è assai godibile nelle scene d'azione. Abbastanza sconosciuto in Italia. Nella clip sotto potete vedere il trailer.








8 - The Twilight Samurai (Tasogare Seibei), Giappone, 2002, Yoji Yamada.
Seibei Iguchi. dopo che gli è morta la moglie per tubercolosi è combattuto fra i suoi doveri di samurai e quelli verso le figlie e la vecchia madre. Dopo tanti film sanguinolenti ecco la vita di un samurai dal volto umano, ed il dramma sociale e psicologico che si cela dietro ad un ruolo a volte troppo mitizzato.





9 - Sanjuro, Giappone, 1962, di Akira Kurosawa.
Questo film è il sequel de "La sfida del samurai", cambia la storia ma il protagonista rimane lo stesso del film precedente, sempre interpretato da Toshiro Mifune e sempre diretto da Akira Kurosawa. Sebbene meno riuscito del prototipo il film contiene una vena ironica, già vista ne "I sette samurai" molto azzeccata. Comunque un altro piccolo classico del cinema del sol levante.