giovedì 1 agosto 2013

Svezia

Dall'epoca del muto ai giorni nostri la Svezia è un piccolo paese che ha dato un grande contributo alla storia del cinema. Cineasti come Victor Sjostrom e soprattutto Ingmar Bergman ed attrici come Greta Grabo, Ingrid Bergman, Liv Ullman ed Ingrid Thulin sono i simboli di una cinematografia che ha saputo emergere a livello mondiale. In questo elenco ovviamente Ingmar Bergman la fa nettamente da padrone, ho inserito in coda tre film recenti (inferiori ad altri film svedesi più vecchi) giusto per non limitare troppo l'arco temporale.






1 - Fanny e Alexander (Fanny och Alexander), Svezia, 1982, di Ingmar Bergman.
Kolossas semi-autobiografico in cui Bergman racconta il suo paese attraverso gli occhi innocenti dei due bambini del titolo. Fanny e Alexander sono i figli del direttore di teatro Oscar, le cui parole ad inizio film, ci danno la perfetta visione del mezzo cinematografico del cineasta svedese: "L'unico talento che io ho è quello di amare quel piccolo mondo racchiuso tra le spesse mura di questo edificio e soprattutto mi piacciono le persone che abitano qui in questo piccolo mondo. Fuori di qui c'è il mondo grande e qualche volta capita che il mondo piccolo riesca a rispecchiare il mondo grande tanto da farcelo capire un po' meglio. In ogni modo riusciamo a dare a tutti quelli che vengono qui la possibilità, per qualche minuto, per qualche secondo, di dimenticare il duro mondo che è la fuori. Il nostro teatro è un piccolo spazio fatto di disciplina, di coscienza, di ordine e di amore".  Bellissimo, vincitore di ben 4 Oscar, una rarità per un film non americano.





2 - Il posto delle fragole (Smultronstället), Svezia, 1957, di Ingmar Bergman.
Altro capolavoro firmato Bergman, che qui usa come protagonista nel ruolo del professor Isak Borg il grande regista svedese Victor Sjostrom. Un road movie della memoria, in cui il vecchio docente si immerge nel suo passato, diretto e recitato con una grazia difficilmente riscontrabile in altri film. Pluripremiato in patria ed all'estero, ricordiamo la nomination all'Oscar per la miglio sceneggiatura e l'Orso d'oro a Berlino. Qui sotto da youtube, si può vedere addirittura tutto il film.







3 - Luci d'inverno (Nattvardsgästerna), Svezia, 1963, di Ingmar Bergman.
Il più spirituale ed il più sottovalutato film di Bergman, una delle poche pellicole che riesce ad analizzare il difficile rapporto fra uomo e Dio senza farsi prendere da paranoie fideistiche, ma anzi riuscendo a scandagliare con rara intensità l'animo umano. Straordinarie le prove di Ingrid Thulin e Gunnar Brjonstrand.







4 - Il settimo sigillo (Det sjunde inseglet), Svezia, 1957, di Ingmar Bergman.
Il più famoso film di Bergman è un'intelligente parabola sul significato della vita e della morte che il dialogo che segue racconta benissimo: 
Antonius:"Allora la vita non è che un vuoto senza fine! Nessuno può vivere sapendo di dover morire un giorno come cadendo in un nulla senza speranza". Morte:"Molta gente non pensa né alla Morte né alla vanità delle cose". Vincitore del premio speciale della giuria a Cannes.







5 - Il carretto fantasma (Körkarlen), Svezia, 1921, di Victor Sjostrom.
Il primo film della top ten non attribuile a Bergman, è un capolavoro del muto girato proprio da quel Victor Sjostrom che abbiamo già visto protagonista de "Il posto delle fragole". Come nel precedente "Il settimo sigillo" Sjostrom utilizza la leggenda nordica del carretto che raccoglie le anime dei defunti per interrogarsi sul significato della vita e della morta. Per l'epoca era un film rivoluzionario, soprattutto sotto l'aspetto tecnico e figurativo.


6 - Sussurri e grida (Viskningar och rop), Svezia, 1972, di Ingmar Bargman.














Film duro e difficile, tutto al femminile, in cui bergman affronta i problemi esistenziali di tre sorelle di cui una sta morendo di un male incurabile. Splendida la fotografia del fido Sven Nykvist i cui colori sgargianti riproducono gli stati emotivi delle protagoniste. Come disse Francois Truffaut: "Fino ad oggi i film sono stati fatti da uomini per gli uomini, Ingmar Bergman è forse il primo ad aver affrontato certi segreti del cuore femminile".



7 - Persona, Svezia, 1966. di Ingmar Bergman.

L'attrice Elisabeth Vogler durante una rappresentazione teatrale si blocca e non parla più. Visitata in un centro psichiatrico si appura che è sana di mente e non afflita da alcuna malattia la sua è una scelta deliberata. Il più sperimentale ed innovativo film di Bergman,  che ci regala un altro profondo viaggio dentro quel mistero irrisolto che è l'animo umano.  Stupenda la fotografia in bianco e nero di Sven Nykvist. Eccezionale Liv Ullman.  




8 - Lasciami entrare (Låt den rätte komma in), Svezia, 2008, di Tomas Alfredson.

Avrei facilmente potuto finire questa top ten con altri capolavori di Bergman, invece ho scelto di omaggiare tre film moderni, perchè il paese scandinavo produce ancora oggi un cinema a tratti interessante Questo piccolo film a cavallo fra horror thriller e cinema d'infanzia è uno dei più interessanti prodotti svedesi degli ultimi anni.



9 - Fucking Amal (Fucking Åmål), Svezia/Danimarca, 1998, di Lukas Moodysson.

La difficolta di essere ragazze omosessuali nel piccolo paesino svedese del titolo. Buon film che racconta come la diversità è un muro sociale difficile da abbattere. Brave le due giovani protagoniste.







10 - Jalla! Jalla!, Svezia, 2000, Josef Fares.
Finiamo con una divertente commedia che oltretutto rappresenta bene un aspetto della Svezia moderna, ovvero la forte immigrazione medio-orientale, che i nove film sopra non hanno preso in considerazione. Fares è un cineasta di origine libanese che mette a nudo la difficoltà ed i problemi che incontrano due culture diversissime fra loro.




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