lunedì 12 agosto 2013

Guerra del Vietnam

Gli sconfitti sono sempre più interessanti dei vincitori, proprio per questo motivo la debacle americana in Vietnam ha così tanto stimolato anche il cinema, che ha sfruttato questa immensa ferita nel patriottico animo yankee.

1 - Il cacciatore (The Deer Hunter), USA, 1978, di Michael Cimino.
Cinque amici, immigrati di origine russa, che vivono in un paesino della Pennsylvania vedono le loro vite completamente sconvolte dalla spaventosa esperienza della "Guerra del Vietnam" niente potrà più essere come prima. Vincitore di 5 premi Oscar, un capolavoro del cinema, in assoluto. La scena della roulette russa è fra le più scioccanti mai viste.





2 - Apocalypse Now, USA, 1979, di Francis Ford Coppola.
Qui la Guerra del Vietnam è lo strumento con cui Coppola ci fa viaggiare nell'inferno della mente. Altro capitolo irrinunciabile della storia della settima arte. Premiato con la Palma d'oro a Cannes e due Oscar. Il Vietnam ha incarnato per l'America il male e fatto vivere loro per la prima volta il sapore amaro di una sconfitta cocente, materiale e soprattutto morale.


3 - Full Metal Jacket, USA/Regno Unito, 1987, di Stanley Kubrick.
In un Vietnam ricostruito nei pressi di Londra, Kubrick gira una delle scene di guerra più agghiaccianti mai viste, ovvero quella in cui i soldati stanano il cecchino Viet Kong. Spiazzante. Capolavoro tout court che mostra l'assurdita del militarismo e della guerra in se. 







4 - Platoon, USA, 1986, di Oliver Stone.
Stone, che in Vietnam c'è stato davvero, racconta la storia di un giovane volontario che si scontra con la realtà della guerra, cruenta e disumana. Altro film pluripremiato, 4 Oscar ed Orso d'argento a Berlino per la Regia. Anche qui viene messa in scena la follia di una guerra insensata.






5 - Vittime di guerra (Casualties of War), USA, 1989, di Brian De Palma.
Un Michael J.Fox insolitamente protagonista di un film molto drammatico che racconta ancora una volta la sporcizia di quella guerra e lo fa narrando della perdità di moralità di persone diventate come belve. Ben fatto anche se non ha certo il fascino dei primi 4 film della lista.



6 - Bullet in the Head (Die xue jie tou), Hong Kong, 1990, di John Woo.
Unico film non americano della lista, è uno dei migliori in assoluto di John Woo. Una specie di "Il cacciatore" in salsa action, con la sporca guerra vista con gli occhi di tre outsider. Molto interessante e da noi poco conosciuto.




7 - Nato il quattro luglio (Born on the Fourth of July), USA, 1989, di Oliver Stone.
Tratto dalla vera vita dell'ex marine ed attivista per la pace Ron Kovic, è la seconda incursione di Stone nella guerra del Vietnam, di cui qui si mostrano soprattutto i lati oscuri del dopo, e ci si chiede ancora una volta il perché. Bravo Tom Cruise in uno dei primi film drammatici della carriera.


8 - Tornando a casa (Coming Home), USA, 1978, di Hal Ashby.
Vincitore di 3 Oscar, un dramma sentimentale che tratta, per la prima volta, il tema dei reduci dalla sporca guerra. Eccezionali le prove di John Voigh e Jane Fonda. Un film che offre un punto di vista molto lontano da quello della prima linea del fronte, ma la guerra è sempre vicinissima anche a migliaia di chilometri di distanza, per chi ne ha vissuto i traumi in prima persona.




9 - Good Morning Vietnam, USA, 1987, di Barry Levinson.
La vera storia di Adrian Cronauer DJ che spopolò fra i soldati durante la guerra. Il film racconta della sua permanenza a Saigon, della sua vena istrionica e dei contrastanti rapporti personali con il personale militare. L'unica commedia in elenco è un mezzo perfetto per le capacità del bravo Robin Williams, e per fotografare le retrovie.



10 - Rambo (First Blood), USA, 1982, di Ted Kotcheff.

Dimentichiamoci per un attimo gli orribili seguiti, questo film è solido e racconta benissimo un altro aspetto del reducismo dal Vietnam, sebbene con i toni spettacolari del cinema d'azione, ovvero la repulsione della società verso queste persone (vedi l'inizio film), l'America non voleva che ad ogni passo qualcuno le ricordasse la sconfitta. La violenza che ne consegue è la conseguenza di un rifiuto e di un viaggio all'inferno che non può prevedere un ritorno alla normalità.

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