mercoledì 4 settembre 2013

Gian Maria Volontè

Gian Maria Volonté (1933-1994) è stato uno dei migliori attori cinematografici del nostro cinema. Diventato famoso per il ruolo del cattivo nei western di Sergio Leone ha poi saputo costruirsi una carriera piena zeppa di ruoli memorabili che hanno esaltato le sue grandi capacità, specie in quel cinema sociale che ebbe grande risalto fra gli anni Sessanta e Settanta con registi come Elio Petri, Francesco Rosi e Damiano Damiani. Fra i numerosi riconoscimenti ricevuti vi è anche il Leone d'oro alla carriera nel 1991. Qui sotto l'interessante documentario su di lui dal titolo: "Un attore contro".





1 - La classe operaia va in paradiso, Italia, 1972, di Elio Petri.
Semplicemente splendido Volontè nei panni di Ludovico "Lulù" Massa, operaio specializzato che fa turni massacranti per potersi permettere i beni di consumo tanto anelati, fino a quando... Il film vinse il festival di Cannes e Volontè ottenne una menzione speciale per la sua formidabile performance.




2 - Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Italia, 1970, di Elio Petri.
Altra prova superba nel ruolo del dirigente di polizia che indaga su un caso di omicidio fin troppo scottante. Il connubio Volontè/Petri diede ottimi frutti anche questa volta, grazie ad una sceneggiatura di ferro che fu pure candidata all'Oscar ed anche alla preziosa colonna sonora di Ennio Morricone. Il film vinse il premio della giuria a Cannes.





3 - Quièn sabe?, Italia, 1966, di Damiano Damiani.
Probabilmente il miglior spaghetti western extra Sergio Leone, in cui Volontè interpreta il ribelle messicano El Chuncho, più bandito che rivoluzionario, sicuramente personaggio straordinario per un film molto sottovalutato, che riflette seriamente, nonostante la forma sguaiata, sull'imperialismo americano in America Latina.

 4 - Porte aperte, Italia, 1990, di Gianni Amelio.
Tratto dall'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, sicuramente la migliore prova matura di Volontè, che qui veste i panni del giudice Vito Di Francesco che si oppone fermamente alla condanna alla pena di morte di un omicida, mettendosi contro tutti e rovinandosi la carriera. Per questo film vinse il David di Donatello.




5 - Il caso Mattei, Italia, 1972, di Francesco Rosi.
 A partire dall'incidente aereo che ne causo la misteriosa morte Rosi ricostruisce la vita del fondatore dell'ENI, personaggio di indubbio spicco nell'Italia dal dopoguerra in poi. Volontè fornisce un'altra prova magistrale, il film vinse il festival di Cannes ex-aequo con "La classe operaia va in paradiso" consacrondo definitivamente il talento dell'attore milanese.




6 - Uomini contro, Italia, 1970, di Francesco Rosi.
Accusato da molta critica di essere un po' troppo politicizzato, il film di Rosi ha però il pregio di essere una delle pochissime pellicole italiane che hanno saputo raccontare con efficacia la vita dei soldati italiani in prima linea durante la Grande Guerra. Volontè interpreta il tenente Ottolenghi, uomo disulluso dalla guerra e senza più speranza, che si oppone vanamente agli assurdi e punitivo ordini degli alti comandi.




7 - Sbatti il mostro in prima pagina, Italia, 1972, di Marco Bellocchio.
Trattasi di un film profondamente politico, molto interessante per capire la mentalità, le idee che circolavano in quegli anni. Volontè interpreta il redattore capo di un giornale di destra che cerca di incastrare un nemico politico di estrema sinistra per un caso di omicidio del quale in realtà è estraneo.



8 - Per un pugno di dollari, Italia, 1964, di Sergio Leone.

Il film che diede fama a Volontè è il capolavoro che inaugurò il filone del western all'italiana. Qui Gian Maria interpreta il ruolo di Ramon Rojo uno spietato assassino abilissimo nell'usare il fucile, un ruolo da villain del quale non è mai stato particolarmente fiero ma che invece calzava a pennello su di lui.




 9 - A ciascuno il suo, Italia, 1967, di Elio Petri.

Tratto dall'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, un intenso psicodramma con sfondo mafioso ambientato a Palermo. Volontè, che fu premiato con il nastro d'argento, interpreta l'insegnante di liceo dal passato comunista Paolo Laurana che indaga su un omicidio passionale i cui moventi ufficiali gli appaiono poco convincenti.





10 - Todo Modo, Italia, 1976, di Elio Petri.
Ultimo film frutto della proficua collaborazione fra Gian Maria Volontè ed Elio Petri, tratto anch'esso da un romanzo di Sciascia, è un apologo fortemente critico verso il potere e la corruzione della Democrazia Cristiana che allora spadroneggiava sulla vita politica del Bel Paese. Oggi appare un film datato che è interessante solo come testimonianza sociologica su quegli anni.



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